Potatura del bonsai

Potatura del bonsai

La potatura del bonsai è la tecnica necessaria per mantenerlo nelle giuste dimensioni e per consentire ai suoi rami di crescere in modo corretto.

Quando si potano i bonsai?

A inizio primavera, le gemme delle specie a foglia caduca danno vita a nuovi getti che, se non vengono controllati, rischiano di crescere eccessivamente, facendo perdere alla pianta la perfezione della sua silhouette. È tempo di potare, quando il ramo ha 10-12 foglie, lasciandone solo 3-4. Alla base di queste foglie si formeranno nuove gemme: al posto di un solo ramo si otterranno quindi più rametti, infoltendo la chioma e consentendo al bonsaista di scegliere quelli che, adeguatamente educati e condotti, aggiungeranno equilibrio e bellezza all’esemplare.

Valutare le necessità della pianta

Va presa in considerazione la diversa reazione al taglio fra latifoglie e conifere. Sulle prime è possibile asportare anche tutto il fogliame da un ramo, sulle conifere è indispensabile conservare una parte di fogliame, altrimenti il ramo muore. Nelle latifoglie, invece, le gemme latenti intervengono subito, sviluppandosi non appena ne avvertono la necessità, per consentire alla pianta di sopravvivere svolgendo le funzioni vitali.

Come potare un bonsai

L’operazione va effettuata con l’ausilio di piccole forbici affilate, che riescono a penetrare comodamente nell’intrico di vegetazione della chioma e asportare rami e gemme superflui, e di altri attrezzi speciali sempre ben affilati e disinfettati. Il lavoro di potatura riguarda ogni parte della pianta: radici, germogli, rami.

Quasi sempre, l’intervento di potatura delle radici va fatto in concomitanza con quello sulla chioma, perché, asportando una parte dell’apparato radicale e mantenendo inalterato il fogliame, la pianta avrebbe difficoltà a svolgere le funzioni nutritive a causa dello squilibrio chioma-radici.

L’intervento di potatura va ripetuto periodicamente, allo scopo di contenere lo sviluppo del bonsai: un ramo che tende a crescere troppo verrà parzialmente reciso o privato delle gemme apicali; dopo il trattamento, il ramo svilupperà piccole sottobranche che si estenderanno in larghezza formando una chioma armoniosa e folta. Tecnicamente questo tipo di potatura si definisce “di ritorno” e segue principi diversi a seconda dello stile che si desidera conferire al bonsai e della specie che si intende allevare. Si possono comunque distinguere nella potatura due momenti comuni per tutti gli stili e le specie: potatura dei rami e potatura dei germogli e delle foglie.

Quali parti tagliare

Contrariamente alle piante coltivate per la produzione di frutti o legno, lo scopo del bonsai è essenzialmente estetico; con la potatura andranno quindi soppressi i rami non interessanti, come quelli che crescono verso il punto di osservazione. Sempre per questioni estetiche, si sopprimono i rami che crescono alla base del tronco fino all’altezza di un terzo della misura del tronco stesso. Anche i rami malati vanno eliminati asportandoli completamente.

Durante la potatura, non pareggiate i rami alla stessa misura, ma date loro lunghezze diverse, così da lasciare a ognuno lo spazio vitale entro il quale svilupparsi armoniosamente. Qualora si debba potare un grosso ramo, è consigliabile non reciderlo alla base: lasciando un piccolo moncone e proteggendo il taglio con il mastice, si formerà un callo molto realistico. La superficie di taglio deve presentarsi netta e levigata. Utilizzando le cesoie a taglio concavo si favorisce la ricopertura del legno con nuova corteccia, che conferisce alla ferita un aspetto naturale e vissuto, oltre a proteggere il legno da attacchi di marciumi e parassiti.