Calendula

Calendula

La calendula (Calendula officinalis), detta anche fiorrancio o garofano di Spagna, appartenente alla famiglia Asteracee (Composite), è un’erbacea perenne o annuale, con radice fittonante dotata di numerose radichette e fusto (50 cm) ramificato spesso formante dei cespugli. Le foglie basali sono oblunghe, a rosetta, quelle lungo i fusti sono spatolate, a margine sinuoso. I capolini terminali (che possono avere anche diametro di 10 cm) sono di color giallo-arancio; appena sbocciati hanno un buon profumo. L’intera piantina è coperta da peluria e, strofinata, emana un gradevole aroma. Fiorisce dalla fine dell’inverno all’inizio dell’autunno.
È frequente la sua coltivazione come pianta da fiore e in commercio se ne trovano moltissime varietà, di taglia piccola o media, con capolini doppi, di colori vivaci. La calendula non può essere considerata una vera e propria pianta aromatica ma viene comunque utilizzata in cucina sia per arricchire insalate primaverili (si usano le foglioline più tenere), sia per insaporire e colorare brodi e risotti con i fiori, che hanno proprietà tintorie simili a quelle dello zafferano. I boccioli conservati sottaceto (come si fa con i capperi) possono venire utilizzati per insaporire salse, insalata di riso e pasta, e per accompagnare carni lesse.

Ambiente
È una piantina generosa perché, soprattutto nelle zone con clima mite, fiorisce per tutto l’anno chiedendo in cambio ben poche cure: tollera il caldo torrido e i venti salmastri. Soffre invece sotto i 2 °C e nel Nord va ricoverata in una stanza fresca (5-15 °C), ma resiste anche all’aperto se è in una zona ben riparata. Necessita sempre di un’esposizione in pieno sole.

Terreno
Non ha particolari esigenze in fatto di terreno, che può anche essere povero o sassoso, anche se la preferenza è indirizzata verso un suolo piuttosto fertile, ma comunque ben drenato. Coltivandola in contenitore, serve un vaso in plastica o terracotta di diametro 14 cm per pianta con fusti lunghi 40 cm; si rinvasa solo quando tutto il terriccio viene occupato dalla pianta. Va bene un terriccio universale di qualità.

Semina/trapianto
Si riproduce facilmente per seme che può essere distribuito direttamente sul terreno in aprile-maggio o in semenzaio verso la fine dell’estate; le piantine verranno poi messe a dimora all’inizio dell’inverno. Con il diradamento o il trapianto si avrà comunque cura di lasciare tra una piantina e l’altra una distanza di 30 centimetri. In primavera si trovano facilmente le piantine in fiore, ideali anche per comporre ciotole decorative.

Acqua
Le annaffiature devono essere abbondanti e regolari, soprattutto in vaso, tra maggio e settembre, appena il substrato si asciuga; medie o scarse nei restanti mesi. In inverno se il terreno rimane umido non serve innaffiare.

Concime
Somministrare da maggio a ottobre ogni 15 giorni nell’acqua di irrigazione un prodotto liquido per piante da fiore oppure un prodotto liquido biologico, consigliabile se volete utilizzare fiori e foglie a scopo alimentare.

Note
Eliminando regolarmente i capolini appena sfioriti si agevola la crescita della pianta e lo sviluppo di nuovi fiori.

Abbinamenti
La collocazione naturale della calendula è il giardino o in ciotole e cassette abbinata ad altre piante da fiore nei toni dell’arancio o del blu.

Altri utilizzi
Dalla calendula si estraggono oli essenziali e sostanze dallo spiccato potere lenitivo e cicatrizzante: si impiegano per realizzare creme a uso dermatologico e cosmetici emollienti e curativi.

Consulta, scarica e stampa la nostra scheda sulla Calendula officinalis.

Forse ti interessa anche…

La calendula, profumata e colorata