L’Orchidea, dall’impollinazione alle sue caratteristiche

L’Orchidea, dall’impollinazione alle sue caratteristiche

L’orchidea è una pianta altamente specializzata, considerata da alcuni autori come la più evoluta dell’intero regno vegetale. La specializzazione e le differenze rispetto alle altre piante si riscontrano:

  • nei processi di fecondazione, in quanto ciascuna orchidea richiede l’intervento di uno specifico impollinatore (in genere un insetto) in grado di agire sui suoi organi riproduttivi;
  • nella peculiarità del seme, che per germogliare deve trovare la disponibilità di particolari funghi con cui stabilisce una forma di simbiosi (micorriza);
  • nella struttura della pianta, che spesso si discosta in modo sostanziale da quella delle altre famiglie vegetali;
  • nell’apparato radicale, poiché caratteristiche peculiari delle radici aeree delle orchidee epifite sono la capacità di svolgere la fotosintesi e il fatto di essere ricoperte da una struttura spugnosa chiamata “velamen”;
  • nelle foglie e negli pseudobulbi, dal momento che l’apparato fogliare e la porzione di fusto chiamata “pseudobulbo” possono accumulare acqua e sostanze nutritive da cedere poi alla pianta nei periodi sfavorevoli.

Il fiore e l’impollinazione

I fiori delle orchidee sono composti da 6 elementi, 3 esterni, abbastanza simili tra loro, e 3 interni diversi dai primi; per comodità possiamo chiamarli rispettivamente sepali e petali, anche se in realtà gli elementi fiorali delle Monocotiledoni si dovrebbero più correttamente definire tepali. Uno dei petali, molto diverso dagli altri e chiamato labello, ha colorazione e forma particolari e appariscenti per essere riconoscibile da parte degli insetti impollinatori.
Nel bocciolo il labello si trova in alto, ma nel corso dell’apertura del fiore si sposta in basso, perché lo stelo fiorale (o peduncolo) compie una rotazione di 180°. Questo processo è noto con il nome di “resupinazione”, e si verifica in quasi tutte le orchidee.

L’apparato riproduttivo

Stami (maschili) e pistilli (femminili) nelle altre piante sono separati, mentre nelle orchidacee sono fusi insieme a formare la colonna (o gimnostemio). Questa struttura è situata al centro del fiore e, oltre a contenere gli organi della riproduzione, svolge anche una funzione ornamentale, assumendo forme, colorazioni e dimensioni diverse.
In cima alla colonna ci sono le antere che sorreggono i pollinia, due masserelle di forma sferico-ellissoidale formate da milioni di granuli di polline. Sotto le antere, separato dal rostello, troviamo lo stigma, organo ricettivo femminile a forma di cavità ricolma di un liquido denso e colloso che ha la funzione di trattenere i pollinia. Sotto lo stigma troviamo l’ovario, che dopo la fecondazione si trasforma in un frutto (capsula o bacca) contenente semi di dimensioni microscopiche.

L’impollinazione

Se lo scopo della vita è il suo perpetuarsi, possiamo dire che le orchidee hanno escogitato i metodi più raffinati per raggiungere l’obiettivo. Dato che non dispongono di polline polverulento, che può essere trasportato dal vento, per l’impollinazione ricorrono all’aiuto di mosche, api, farfalle, colibrì. Fiori così vistosi sembrano promettere agli insetti nettare in quantità, ma molti di loro in realtà rimangono a bocca asciutta, così come accade agli insetti che visitano le orchidee in cerca di polline. Alcune specie attirano l’insetto obbligandolo a percorsi prestabiliti all’interno del fiore, in modo che entri in contatto con gli organi riproduttivi e trasporti involontariamente i pollinia in un altro fiore, fecondandolo.

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