L’ipertiroidismo felino

L’ipertiroidismo felino

Con aumento dell’aspettativa di vita dei gatti domestici è aumentato anche l’ipertiroidismo felino che, di fatto, rappresenta il disturbo endocrino più spesso riscontrabile nei gatti oltre gli 8-9 anni di età, ed è il più delle volte riconducibile ad una neoplasia iper-secernente della tiroide.

I segni clinici si manifestano uno alla volta e purtroppo statisticamente solo quando il gatto presenta un quadro sintomatologico ormai pronunciato il proprietario giudica utile ricorrere al veterinario. In realtà, dato il presupposto della raggiunta età del nostro gatto, si dovrebbe prestare attenzione alle prime manifestazioni dell’ ipertiroidismo quali sono la perdita eccessiva di pelo, l’aumento spesso smodato dell’ appetito, la poliuria e polidipsia ossia l’aumento della sete correlata ad una maggiore urinazione, il vomito e la diarrea.

Inoltre l’aumento dei livelli di ormoni tiroidei in circolo determina nel nostro animale da compagnia una iperattività ed un’ agitazione sovente molto accentuata, e talora aggressività inconsueta.

Mentre accarezziamo il nostro gatto potremmo fare scorrere le nostre dita lungo il suo collo, sfiorando la trachea e seguendola nel suo decorso: non sarà difficile valutare la tiroide contro la laringe e nel primo terzo superiore verso la mandibola, quale una sporgenza, una passerella, a cavallo sul tubo tracheale.

Gli esami complementari all’osservazione clinica, per formulare una diagnosi sicura, si avvalgono di un prelievo di sangue venoso dal quale il laboratorio analisi determinerà i livelli di ormoni tiroidei: la tiroxina, ma soprattutto il T4, cioè la tetra-iodio-tiroxina.

I valori di tiroxina in un gatto sano sono di circa 20 nmol/l. e con livelli di circa 75 nmol/l. la diagnosi analitica è inequivocabile.

Esistono tre possibili forme di trattamento dell’ipertiroidismo.

  1. L’asportazione chirurgica della ghiandola tiroide. Essa è indicata solo in caso di iperplasia monolaterale della tiroide poiché il lobo sano, non rimosso, compenserà comunque la perdita totale di ormoni. L’ assenza totale della tiroide ha infatti implicanze negative quali l’ipotiroidismo e l’ ipocalcemia.
  2. La radioterapia con Iodio 131 radioattivo con bombardamenti mirati. Tale pratica oltreché invasiva è però laboriosa e molto costosa.
  3. La soluzione oggi più moderna, più applicata e di facile gestione pratico-economica vede l’ impiego di un farmaco: il metimazolo.

Il metimazolo è scelto per il prolungato trattamento di pazienti ipertiroidei, specialmente laddove il proprietario incontra grosse difficoltà di somministrazione orale di farmaci al proprio gatto. Infatti il metimazolo può essere formulato in gel auricolare, da applicare cioè sulla cute del padiglione auricolare. Durante l’ operazione il proprietario dell’ animale dovrà proteggere le proprie mani indossando guanti in lattice, ad ogni applicazione rimuoverà residui di gel con una garza inumidita e, quotidianamente, alternando orecchio destro e sinistro, vi applicherà per mezzo di una siringa senz’ ago dosatrice, 10 U.I. di farmaco.

E’ bene ricordare che la Hill’s ha prodotto ultimamente e immesso sul mercato anche un alimento per gatti specifico, siglato Y/D Prescription Diet , utile a mantenere bassi i livelli di ormoni tiroidei o a prevenire la comparsa dei sintomi in gatti anziani predisposti alla patologia.

 

Dott. Marco Gentile
Medico Veterinario
Albo 1622 Torino