Il Cheiracanto, ragno velenoso

Il Cheiracanto, ragno velenoso

Premettiamo che il Cheiracanto, Cheiracanthium punctorium, non è e non può in alcun modo essere considerato un animale da allevare in casa, per compagnia, diversamente da altri ragni giganti domestici.

Tuttavia, parleremo di questo ragno perché, oltre alla Vedova Nera, esso è l’unico ragno il cui morso può risultare dannoso, e a volte in modo grave, per le persone nel nostro paese e in Europa. Il morso di questo insetto, bando diffondere paura, è un’evenienza rara e spesso, chi è stato morso, se non vede il ragno, scambia il suo morso per una puntura di vespa. Questo ragno solitamente morde se si sente aggredito, cosa che avviene se accidentalmente ne distruggiamo la ragnatela o se inavvertitamente lo urtiamo.

Il Cheiracanto ha un corpo di circa 15 mm. Anche se la femmina è un poco più grande del maschio. Ha colore giallo marroncino, mentre nei soggetti giovani l’opistosoma è verde oliva con due strisce longitudinali giallo-verdi. I cheliceri sono molto sviluppati e rossastri.

Esso è diffuso in tutto il mondo e si può incontrare in Italia e in Europa dove preferisce i prati umidi, gli argini stepposi dei fiumi e dei torrenti, gli incolti e le radure boschive. Il Cheiracanto tesse una ragnatela a tubo, grande fino alle dimensioni di un uovo di gallina, tendendola fra l’ erba o tra i rami dei cespugli.

La femmina depone le uova, nei nostri climi, alla fine di agosto, avvolgendole in un bozzolo di tela e le protegge sorvegliandole fino alla loro schiusa.

Il veleno provoca, nell’area della morsicatura, un forte dolore simile appunto a quello indotto dalla puntura delle vespe. La cute si arrossa e gonfia. Talora, per 3-4 giorni la pelle può perdere sensibilità, come fosse leggermente analgesizzata, nella zona dell’ alone iperemico. In rari casi e nei bambini piccoli si sono osservati vomito, nausea, cefalea e brividi di febbre.

È buona norma disinfettare la piccola ferita da morso. In caso di predisposizione allergica alla puntura degli insetti è meglio rivolgersi al medico ed eventualmente intraprendere una terapia sintomatica antistaminica.

Dott. Marco Gentile
Medico Veterinario
Albo 1622 Torino