Come agevolare il letargo delle tartarughe

Come agevolare il letargo delle tartarughe

Se gli animali vivono all’esterno e le condizioni climatiche sono simili a quelle del loro habitat originario, entrano in ibernazione naturalmente con il calare della temperatura, trovandosi da sole il rifugio ideale. Al limite, per favorire l’interramento delle specie terrestri, è possibile rimuovere il terreno con una vanga per renderlo più morbido e facilmente scavabile, così come eventualmente potrebbe essere utile ricoprire ulteriormente gli animali interrati con uno strato di foglie secche o paglia.
Anche nel caso in cui le tartarughe siano allevate in casa è bene far rispettare loro un periodo annuale di letargo – ovviamente se appartengono a una specie che in natura segue tale comportamento. Pare infatti che negli esemplari adulti una pausa sia indispensabile per la maturazione delle cellule riproduttive e per il rilascio ormonale necessario all’accoppiamento fecondo nel periodo immediatamente seguente il risveglio.

In qualunque caso, prima del periodo di letargo è bene lasciare gli animali digiuni per un paio di settimane, in modo da assicurare lo svuotamento delle viscere e scongiurare il pericolo di fermentazioni intestinali. In previsione di tale digiuno, e di quello che segue durante il sonno, nel periodo che precede è bene invece nutrire abbondantemente le tartarughe, per consentire loro di arrivare al momento della latenza con le dovute scorte metaboliche.

La temperatura verrà modificata regolarmente, fino ad abbassarsi sotto i 15 °C; nello stesso periodo, il digiuno verrà raggiunto gradualmente fino alla totale astinenza, così come vanno ridotte le ore di luce.

Se si tratta di tartarughe di terra, una volta raggiunte le condizioni ottimali, è sufficiente sistemarle in una cassetta di poco più grande di loro, riempita di terriccio morbido, sabbia e paglia o foglie secche. La cassetta verrà collocata, coperta ma non chiusa, in un locale ben aerato, tranquillo e con temperatura tra i 5 °C e i 10 °C. È importante che le temperature rimangano costanti fino al momento del risveglio, che l’umidità della terra sia costante (si rischia la morte per disidratazione) e che gli animali ibernati non corrano il rischio di essere aggrediti nel sonno da predatori, anche solo il cane di casa che ha voglia di giocare. Dunque assicuratevi che la posizione scelta sia adeguata.

Anche le tartarughe semiacquatiche vanno riposte in piccoli contenitori, con uno strato di acqua in grado di coprirle ma che consenta allo stesso tempo di respirare semplicemente allungando il collo, facendo emergere le narici. Le specie acquatiche sono spesso dotate di un sistema di respirazione alternativo, grazie al quale non necessitano nemmeno di emergere di quando in quando e assorbono l’ossigeno dall’acqua. Anche in questo caso è bene sistemare i contenitori in un luogo protetto.

Durante il letargo è buona norma controllare periodicamente gli animali, senza disturbarli troppo ma verificando lo stato di umidità della terra (ed eventualmente nebulizzando dell’acqua a temperatura ambiente); per le specie acquatiche è importante cambiare l’acqua in cui sono immerse una volta al mese, avendo cura di utilizzare acqua della medesima temperatura, ed eventualmente spazzolando delicatamente il carapace dalle alghe che possono essersi formate.
La durata dell’ibernazione può variare da due a quattro mesi, in un periodo variabile tra ottobre e marzo. Alcuni allevatori preferiscono pesare una volta al mese le tartarughe in letargo, per assicurarsi che il peso non scenda sotto l’1-1,5%.

 

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