Coltivare un orto: trapianto e irrigazione

Coltivare un orto: trapianto e irrigazione

Una volta effettuate le operazioni di preparazione del terreno è il momento di due fondamentali oprazioni: trapianto e irrigazione. Prima di mettere a dimora le piantine, assicurarsi che il loro pane di terra non sia troppo asciutto. Nel qual caso, irrigare abbondantemente, se necessario mettendole a bagno in un secchio. Praticare una buchetta nel terriccio e posizionarvi all’interno il pane di terra della piantina. Se si tratta di una specie con cubetto pressato, come le lattughe, lasciare circa 1/3 del cubetto fuori da terra, mentre per le altre interrarle, in modo che la base del fusto sia al livello del terreno del vaso. Quindi premere energicamente il terriccio intorno al pane di terra e irrigare abbondantemente. Le necessità idriche degli ortaggi, sono molto variabili in funzione di specie, dimensioni delle piante, temperature esterne, esposizione, ecc. Anche il tipo di terreno, che può trattenere più o meno acqua, ha un ruolo basilare nel dettare l’intervallo di tempo più o meno lungo che deve intercorrere tra un’irrigazione e quella successiva. Per questo, conoscendolo al meglio, sarà più facile non sbagliare. Come regolarsi allora? È bene sapere che ad inizio primavera le piante necessitano di poca acqua nel primo periodo dopo il trapianto. Alla messa a dimora, si effettuerà una buona irrigazione. Poi, per gli ortaggi da frutto (pomodori, peperoni, zucchine, cetrioli, ecc.), si dovrà attendere che il terreno, in superficie, sia asciutto, prima di procedere ad una nuova innaffiatura, che non dovrà essere troppo abbondante. Per le lattughe, la frequenza sarà maggiore, ma sempre attendendo una leggera asciugatura superficiale. Quando le piante saranno grandi e cariche di frutti e le temperature molto più elevate, aumenteremo notevolmente i quan-titativi idrici, per evitare carenze nelle ore più calde della giornata. In prossimità della maturazione, alcune specie si giovano di una forte riduzione dell’irrigazione per raggiungere la massima qualità. È il caso di melone, anguria, zucca, cipolla, patata, pomodoro.