Coltivare un orto: preparazione del terreno

Coltivare un orto: preparazione del terreno

Per ottenere un orto rigoglioso è neceessaria una buona preparazione del terreno e la giusta esposizione. Sono due i momenti di intervento per la preparazione del terreno: la lavorazione di fondo, in autunno-inverno e la preparazione pre-trapianto, pochi giorni prima della messa a dimora delle piantine. La lavorazione di fondo autunno-invernale, normalmente si effettua con la vangatura. Prima di incominciare è fondamentale verificare che il terreno non sia eccessivamente umido. Rivoltando la prima zolla e osservando la vanga, se la lama risulterà senza tracce di fango, potremo proseguire senza indugio, viceversa attenderemo che il suolo divenga più asciutto. Con la vangatura, penetreremo nel terreno per non più di 20- 30 cm e rivoltandolo, lo arieggeremo rendendolo più soffice. Estirperemo le radici di erbe infestanti e di sassi ed approfitteremo per interrare preziose sostanze organiche, come letame, cornunghia e compost. Se il terreno appare pesante, duro e compatto, potremo aggiungere sabbia per alleggerirlo. Se viceversa la struttura è sabbiosa, si abbonderà con la sostanza organica. In questi casi anche del terriccio torboso apporterà benefici. A questo punto lasceremo le zolle esposte alle gelate invernali. La lavorazione pre-trapianto si effettua alla fine dell’inverno. Se il suolo è compatto inizieremo con la vangatura, facendola seguire dalla zappatura o fresatura. Poi il terreno sarà rastrellato per pareggiarlo, portando le zolle più grossolane ai margini dell’appezzamento. In terreni soggetti ai ristagni, potremo creare una baulatura con cuscini di terra, sopra i quali trapianteremo le piantine. È importante creare delle aiuole larghe circa un metro, separate da camminamenti, in modo da potere accedere facilmente agli ortaggi in esse contenuti senza calpestarne la superficie. Dopo il trapianto, dovremo zappettare il terreno attorno alle piante ogni 2 settimane. Questo favorirà una crescita rigogliosa ed eviterà la formazione di grandi crepe che nei periodi caldi provocano la dispersione di gran parte dell’acqua d’irrigazione, tra i fattori più determinanti nel causare il marciume apicale del pomodoro. Esistono interessanti studi che evidenziano la possibilità di coltivazione di alcuni terreni senza la pratica delle tradizionali lavorazioni, sfruttando il benefico effetto dei microrganismi utili del suolo.