Clima e inquinamento: il pianeta ci chiama tutti al lavoro

Clima e inquinamento: il pianeta ci chiama tutti al lavoro

Ormai se ne parla ovunque: televisioni, giornali, in rete. Ma non basta. Alla luce degli incontestabili cambiamenti climatici bisogna invertire la rotta. Per arginare i danni occorre un impegno collettivo che parte da ciascuno di noi e che si esprime anche nella cura del verde. 

In settembre 2020 si è tenuta a Madrid la COP 25, conferenza internazionale delle Nazioni Unite sui temi dei cambiamenti climatici e tutela dell’ambiente. Sono emerse le urgenti necessità di intervenire su ogni fronte, e anche il verde dei nostri spazi verdi, così come il verde pubblico, hanno un ruolo importante. Si ma che fare? Le scelte forti sono in mano alle Nazioni Unite e ai governi, ma ciascuno di noi può e deve fare qualcosa. Tra le numerose scelte che abbiamo davanti c’è anche quella di aumentare e migliorare il verde, a livello privato e locale. Se vi sembra la classica “goccia nel mare”, non dimenticate questi numeri:

  • Su un solo grande albero (un faggio, una quercia…) possono vivere fino a più di 1000 diverse specie di insetti, a cui si aggiungono gli uccelli e piccoli mammiferi come gli scoiattoli
  • Un singolo albero assorbe circa 50 kg di CO2 all’anno, fino a una tonnellata di CO2 nel suo ciclo di vita. La CO2 o biossido di carbonio (anidride carbonica) è un gas che si forma dalla combustione; la sua presenza eccessiva è alla base del global warming. Percorrere 10 km con un’auto a benzina (13 km con 1 litro) equivale ad emettere 2 kg di anidride carbonica in atmosfera. Dunque, più alberi in città e nei giardini privati = meno inquinamento e lotta al riscaldamento globale
  • Gli alberi attualmente presenti sul Pianeta assorbono circa il 30% delle emissioni che provocano effetto serra e riscaldamento globale: senza di essi il clima sarebbe totalmente fuori controllo con ricadute gravissime sulla vita. In una città come Milano il numero di alberi non arriva a 500mila; è stimato che ne occorrerebbe il doppio con urgenza, per migliorare la qualità dell’aria e ridurre le isole di calore generate da asfalto e cemento
  • Il recupero di terrazzi, balconi, cortili e giardini abbandonati al cemento e riportati a una buona ricchezza di verde (con alberi, cespugli, bordure fiorite, orti) e il riutilizzo di spazi urbani marginali, anche con metodi di condivisione (per esempio il social sharing con gruppi di residenti) è un modo concreto per aumentare la presenza della natura negli spazi urbani, incrementare la biodiversità locale, ottenere appagamento e benessere personale e, non ultimo portare il verde ad essere un elemento di sviluppo della green economy, con conseguenze positive sui posti di lavoro

Alla luce di questi dati, la sostanza è semplice e chiara: ognuno di noi ha un impegno urgente verso la natura e verso se stesso, per proteggere e tutelare l’ambiente. Migliorare e arricchire il proprio verde, da curare con metodi bio, è solo uno degli aspetti di questo impegno, ma non è certamente l’ultimo in ordine di priorità: e dunque, un buon progetto di vita per il 2021 può essere quello di strappare spazio al cemento, anche in balcone, e avere più verde vicino a noi. Facile, soddisfacente e utile per tutti.

Il consiglio

  • Per avere più verde con poca spesa e poco impegno occorre scegliere alberi, arbusti, cespugli e fiori poco esigenti. La scelta è ampia: per non commettere errori occorre osservare bene il proprio spazio e, in caso di dubbi, consultare il personale del punto vendita per scegliere piante idonee in termini di spazio e di esposizione. Fondamentale anche la presenza di un piccolo impianto di irrigazione per evitare ogni spreco e usare l’acqua in modo misurato e razionale.
  • Si può pensare, in giardino o in terrazzo, a una siepe-bordura con piante ”mangiasmog” che chiedono poche attenzioni, rimangono belle tutto l’anno, crescono bene anche in grandi vasi: agrifoglio, photinia, alloro, ligustro, eleagno, viburno, corbezzolo, alloro… Sono piante poco esigenti che contribuiscono a rilasciare grandi quantità di ossigeno e ad attenuare la presenza di CO2 e altri agenti inquinanti emessi dal traffico e dagli impianti di riscaldamento
  • Chi ha spazio può piantare alberi di lunga vita e di grande efficienza in fatto di lotta allo smog (bagolaro, tiglio, olmo, frassino…), ma chi ha solo un balcone può ugualmente dare il suo contributo con piante da fiore e rampicanti sulle pareti: falso gelsomino, edera, vite canadese e caprifoglio, piante rampicanti con una chioma abbondante, svolgono un ottimo ruolo decorativo e mangiasmog.