Risparmiare l’acqua ovvero… innaffiare bene!

Risparmiare l’acqua ovvero… innaffiare bene!

Bagnare bene è un’operazione spesso troppo sottovalutata, con il rischio di creare stress vegetativo, eccesso di acqua, ristagni, diffusione di malattie fungine. Se tutti questi rischi vi sembrano eccessivi vale la pena di saperne di più. Con gli strumenti adatti si può ridurre lo spreco idrico ed evitare i danni da stress.

Perché bagnare in modo scorretto è un danno?

Il passaggio continuo da terreno del tutto disidratato a terreno fradicio d’acqua crea uno stato di stress al quale la pianta risponde crescendo poco, in modo sgraziato, e con minore fioritura: un caso tipico è quello dei gerani, petunie e altre fioriture estive sottoposte a un regime irregolare.

Innaffiare frettolosamente, bagnando il fogliame, favorisce la diffusione di spore che prosperano nelle microgocce di acqua che rimangono sulla foglia. Alcune piante sono particolarmente sensibili a questo problema: quasi tutti gli ortaggi, tutte le piante con foglie pelose, le rose, gerani, petunie, begonie, lavanda, belle di notte, portulaca. Viceversa, altre piante, come le ortensie, le camelie, gli arbusti sempreverdi da siepe e rampicanti come edera e vite canadese apprezzano in estate, la sera, una doccia rinfrescante che elimina la polvere.

Il ristagno di acqua nel sottovaso (o peggio ancora all’interno del vaso) per lungo tempo è molto dannoso, perché porta le radici arrivano a marcire. L’eccessiva umidità del terreno danneggia la base del fusto e favorisce la presenza di muffa grigia tra il fogliame (tipico, per esempio, nelle begonie e nei ciclamini).

Come capire quando dare acqua alle piante?

Le piante vanno innaffiate quando, tastando il terriccio, si percepisce che è quasi del tutto asciutto, senza attendere che sia completamente disidratato. In estate, le piante al sole manifestano necessità di acqua anche ogni giorno; questo vale anche per le piante grasse in vaso al sole, soprattutto se sono in piccoli vasi.

Per evitare spreco di acqua e stress vegetativo, è importante innaffiare nelle ore più fresche: di sera o meglio ancora di mattina presto, perché la terra si è rinfrescata e assorbe meglio l’acqua. Se è del tutto asciutta la lascia filtrare rapidamente in profondità o nel sottovaso prima di poter dissetare le radici.

Non irrigate piante esposte al pieno sole con il vaso e la terra bollenti. Se notate che qualche pianta sta visibilmente soffrendo la sete, spostatela in ombra, inumidite un poco il terriccio, aspettate una decina di minuti e solo dopo irrigate a fondo.

Bagnare bene per risparmiare

I dati segnalano che i consumi di acqua nel nostro Paese sono in media di 241 litri al giorno per ogni abitante: sembra una cifra enorme, ma si tratta di dati ufficiali 2017 presentati da SRM (Studi Ricerche Mezzogiorno); l’Italia con questo dato si conferma al primo posto in Europa per consumo d’acqua pro-capite, e a questo si aggiungono dispersioni nelle reti idriche che arrivano al 37%.

Risulta quindi evidente che l’acqua diventa sempre più costosa; alle ragioni etiche, che riguardano il rispetto per le risorse naturali, si aggiungono dunque anche le motivazioni legate al risparmio di denaro.

Il prato richiede tanta acqua, va irrigato molto ma non spesso, per incoraggiare lo sviluppo delle radici in profondità; in questo modo resisterà meglio a momentanee siccità, al caldo e al gelo. Tra gli arbusti consigliati perché resistenti a periodi di siccità: oleandro, ibisco di Siria, corbezzolo, biancospino, ligustro, santolina, artemisia, pitosforo, callistemon e in genere tutte le piante mediterranee, che l’evoluzione ha plasmato per ridurre al minimo la necessità di acqua.

Le aiuole di piante perenni hanno bisogno di molta acqua; in giardini soggetti a periodi di aridità, meglio scegliere specie succulente e arbusti della macchia mediterranea, e le aromatiche come lavanda, origano, rosmarino, timo. Le annuali da fiore, coltivate in vaso o in aiuola, chiedono acqua in abbondanza; quelle che resistono meglio a brevi periodi asciutti sono gazania, portulaca, elicriso, cineraria, lantana.

Come ridurre lo spreco idrico?

L’ideale è usare l’acqua piovana: se potete raccoglierla e conservarla, è perfetta soprattutto per le piante acidofile (camelie, ortensie…), per le carnivore e per le piante da interni.

Se si possiede un piccolo o grande terrazzo l’ideale è installare un sistema di irrigazione goccia a goccia oppure microzampilli e microirrigatori che riducono drasticamente i consumi. Comandati da una centralina di irrigazione, le bagnature avverranno con regolarità, solo nelle ore notturne, senza disturbo alcuno per i vicini e con la garanzia che ogni singola pianta possa ricevere la corretta quantità di acqua. Nessuno spreco quindi…

Se l’acqua viene addizionata con il concime, usatela tutta; l’eventuale residuo può essere conservato per una settimana in una bottiglia ben chiusa e tenuta in luogo buio e fresco. L’acqua stagnante nei sottovasi diventa un “nido” di zanzare. Nei sottovasi di contenitori grandi e pesanti, che non possono essere svuotati, ponete le pastiglie di larvicida biologico antizanzare.

Quanto bagnare? Non sottovalutate il fabbisogno idrico di alberi e arbusti, che con le temperature elevate hanno un elevato assorbimento di acqua, ma meglio innaffiare molto, a fondo, e poi lasciare 4-5 giorni senza acqua piuttosto che innaffiare poco e spesso. Il prato va invece innaffiato con regolarità, anche ogni sera se la terra si asciuga del tutto; conservando umidità la sofferenza da caldo si riduce. In aiuole, siepi e intorno ad alberi e arbusti, stendete uno strato di pacciamatura di corteccia; aiuta a conservare il terreno umido.